gilberto malvestuto

Gilberto Malvestuto

Gilberto Malvestuto (Sulmona, 17 aprile 1921)

Rischiare la propria vita per il proprio Paese e, ancor più, per i propri ideali. Lottare durante degli anni bui per liberare l’Italia, compreso il suo Abruzzo, dall’invasore tedesco. E’ parte della storia di Gilberto Malvestuto, ex partigiano nonchè ultimo degli ufficiali della celeberrima Brigata Majella, “l’unica formazione partigiana a essere decorata di medaglia d’oro al valor militare alla bandiera, nonché tra le pochissime formazioni di patrioti di ispirazione repubblicana aggregate alle forze alleate dopo la liberazione dei territori d’origine.”

L’Abruzzo e l’Italia intera rendono omaggio a Gilberto che due giorni fa ha compiuto cent’anni, un traguardo storico che ha avuto un degno riconoscimento da parte del sindaco di Sulmona, Annamaria Casini; il primo cittadino del Paese abruzzese ha conversato con Gilberto telefonicamente, non potendo omaggiare l’ex partigiano di persona dell’affetto dei suoi concittadini e degli italiani tutti.

L’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) de l’Aquila ha invece manifestato tutto il proprio orgoglio riunendosi sotto casa dell’ex ufficiale, intonando con soddisfazione la famosa “Bella ciao”.

Lo staff di 100% Abruzzese augura all’ex sottotenente della Brigata Majella e a tutti coloro che rischiano la vita per difendere le proprie idee ed i propri ideali altri cento di questi anni.

“…Quando la leggendaria Brigata Majella, fondata il 5 dicembre 1943 dall’avvocato Ettore Troilo, già segretario di Giacomo Matteotti e di convinzioni socialiste, arrivò a Sulmona liberandola nel giugno 1944, Malvestuto rispose senza esitazione al suo richiamo alle armi per liberare il Nord in una riunione, promossa dai fratelli Claudio e Alfieri Di Girolamo, presso l’allora sede del Commissariato di Sulmona. Da qui partì dunque per l’arruolamento a Recanati dove la Brigata Majella fu riorganizzata e dove egli fu assegnato al comando della Sezione Mitraglieri della Compagnia Pesante Mista. Il 2 novembre 1944 lasciava Recanati con la suddetta Brigata per rientrare in linea, arrivando a Laterina, in provincia di Arezzo, nel settore immediatamente a oriente di quello occupato dalle ali della 5ª armata americana. Partecipò ai furiosi combattimenti sostenuti in Romagna e in Emilia, per la liberazione di Monte Castellaccio, di Brisighella, dove perse la vita il suo sempre compianto portaordini Oscar Fuà, Monte Mauro, Monte della Volpe, Monte della Siepe, sul Senio, sul Lamone, sul fiume Idice per la liberazione di Castel San Pietro e, all’alba del 21 aprile 1945, alla testa della sua sezione Mitraglieri integrata da un plotone della I Compagnia Fucilieri, entrò tra le primissime truppe liberatrici a Bologna. Riconsegnò il fucile mitragliatore il 20 luglio 1945.”